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Antonella Caponnetto

  • Site : https://divisare.com/authors/2144651027-antonella-
  • Adresse : 12 rue Germaine 92220 Bagneux
Antonella Caponnetto (Paternò, 1980) is an italian architect, designer and urban planner. In 1994 she approaches to the writing and street art as promoters of social and cultural regeneration. In 2001, when she was attending university, she decided to embark on a path of self-taught research on “crop circles” coding and forms the gold found in nature. In 2007 she began working with several national and international studies in the field of architecture and interior design; in the same year she moved to Paris to follow some advice for home staging and leave as an artistic path between Italy and France, currently active. Since 2012, combines the professional activity to laboratories temporary: it follows several international workshops on the themes of architecture, landscape and design ... the confrontation, interaction and involvement with students allows the space with the mind and evolve design concept broad contrasting those that are the traditional and static forms of professional development. Deals with ethical and sustainable design, aimed to respect for nature and the relationship of identity between the man and the place where he lives. She lives and works between Catania and Paris.

STIU

Premessa Il concorso promuove la progettazione di uno sgabello ma stavolta si trasforma: non più una seduta solo per se stessi ma un arredo urbano a servizio della collettività.

Appunti L’avvento dei social porta a vivere una società di individualisti che spinge a trascorrere molto più tempo dinanzi ad uno schermo che vicino ad un albero. Le piazze sono diventate luoghi di passaggio, il marketing ha mutato la dinamica dello stare insieme: ci si incontra al bar, dove è più facile sedersi, prendere un caffè e consumare pasti. Nella maggior parte dei casi gli arredi pubblici sono sporchi, brutti o vandalizzati... perché non è riconosciuto il valore di “bene comune” come “bene proprio” e viceversa. Non è da sottovalutare il fatto che negli arredi urbani la qualità e la tipologia dei materiali è radicalmente cambiata negli ultimi vent’anni. Riconoscere gli spazi della città come casa propria è difficile.

Design Il design, in questo contesto, ha il potere di “educare”alla cultura del bello, del funzionale e del rispetto bene comune. Rivitalizzare porzioni di città, accrescere nella comunità il senso civico, ritrovare il valore culturale negli oggetti è una pratica sostenuta e palesata da diversi anni e su diversi territori attraverso il progetto. Ovvio che, per arrivare a “ricreare” in meglio un luogo occorre conoscere in modo trasversale dinamiche sociali, psicologiche, economiche, territoriali che “devono” essere necessariamente contestualizzate. Per questa ragione, si pensa a come raggiungere i tre parametri sopra citati contestualizzando il problema attraverso un procedimento inverso.

Progetto Per raggiungere l’obiettivo occorre progettare un oggetto che: - abbia in se un forte potere culturale, etico e di appartenenza al territorio (design sostenibile, utilizzo di materiale a km zero, recupero delle tradizioni locali come l’artigianato); - non sia sottoposto ad atti vandalici, sporcizia e che possa aumentare un forte senso civico a chi li utilizza (facilmente trasportabili e custoditi); - sia innovativo e promuova lo “stare insieme” all’interno di qualsiasi spazio di aggregazione (applicativi tecnologici, street working, game design). Nasce STIU: un oggetto (a-contestualizzato) che incrementa le presenze di utenti in qualsiasi posto, di design, ad uso personale ma che invita a stare insieme e condividere un luogo.

Illustration

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